Le nostre strutture

L’esperienza della Casa Famiglia non è di immediata lettura e comprensione, spesso infatti anche gli addetti ai lavori nell’avvicinarsi a questa realtà si limitano ad includere tale esperienza nella categoria della “Struttura di accoglienza”, tralasciando di approfondire quanto la diversifichi dalle altre strutture residenziali: citiamo a titolo di esempio le “Comunità alloggio” o il classico “Istituto”, peraltro in progressivo disuso, dopo l’entrata in vigore a fine dicembre 2006 della legge 149 del 2001.

Oggi, la definizione di Casa famiglia sul territorio nazionale raccoglie numerose realtà distinguibili per tipologia di utenza e destinatari finali del servizio: esistono Case Famiglie per la prima infanzia, per l’infanzia, per adolescenti, per ragazze madri, per disabili, per anziani, per tossicodipendenti, per emarginari e così via. Altro elemento di classificazione è la tipologia del soggetto accogliente: vi sono Case Famiglia gestite e guidate da coppie, da religiosi, da figure professionali come l’educatore, da gruppi di famiglie o ancora da gruppi di persone che vivono all’interno di una dimensione comunitaria.

Oltre alle Case Famiglia, anche alcune Famiglie Affidatarie sono entrate nel Cofamili con l’obiettivo di intraprendere un percorso di crescita che possa eventualmente portare all’apertura di una Casa Famiglia.

UN CONTESTO FAMILIARE

“unico comune denominatore: la dimensione dell’accoglienza, del servizio e della tutela”

Queste realtà tanto differenti e distinguibili l’una dall’altra, hanno un unico comune denominatore: la dimensione dell’accoglienza, del servizio e della tutela (nonostante le differenti tipologie di soggetti ospite ed accolti) è da tutte percepita, manifestata e vissuta attraverso un comune “strumento” privilegiato, ovvero: un contesto familiare.

“accoglienza, servizio e tutela”